Cenni biografici Jean Coste
Sacerdote marista di nazionalità francese, padre Jean Coste (Clermont-Ferrand, 8 ottobre 1926 – Roma, 12 agosto 1994) fu uno studioso di livello internazionale.
Esimio medievalista; Docente di Topografia medievale presso l’Università la Sapienza di Roma; Ricercatore dell’Ecole Française (per la quale realizzò, tra l’altro, una preziosa ricerca sul processo a papa Bonifacio VIII: “Boniface VIII en procès. Articles d’accusation et déposition des témoins – 1303-1311”, un lavoro di oltre mille pagine pubblicato postumo nel 1995 per l’Erma di Bretschneider; Archivista in Santa Maria Maggiore a Roma, riorganizzò l’intero Archivio, dove rintracciò e tradusse antichi documenti inediti assai rilevanti per la storia e la topografia del territorio romano.
Storico della Congregazione dei Padri Maristi (la Societas Mariae) di cui faceva parte, e biografo del loro fondatore. Jean Coste arrivò a Roma nel 1953 ad appena due anni dalla sua Ordinazione sacerdotale. Nell’autunno del 1956 scelse di svolgere la propria Opera pastorale nelle estreme periferie, approdando nelle borgate di Torre Angela, Tor Bella Monaca e Villaggio Breda. In questa sua missione, che si protrasse per oltre vent’anni, il religioso non si limitò soltanto alla cura delle anime, ma diede vita a una fervida attività culturale, fatta di spedizioni archeologiche domenicali in una periferia allora da tutti dimenticata – dove la maggior parte dei giovani erano figli di contadini o di operai – muovendo nei ragazzi che l’abitavano l’interesse per la ricerca storica e l’archeologia.
L’allora giovane padre Jean Coste, per anni, ogni domenica mattina, all’alba, partiva dalla Casa Generalizia in cui viveva – in località Monteverde – e con il trenino raggiungeva l’estrema periferia a Sud-Est di Roma. Dove, subito dopo aver celebrato la Santa Messa nella chiesa del Villaggio Breda o in quella di Santa Rita a Tor Bella Monaca, circondato da un gruppo di ragazzini che frequentava le Scuole Medie, si avventurava con loro nella campagna circostante in cerca dei ruderi di antiche ville, terme, torri, sepolcri e lastricati di strade Romane, di cui la zona era assai ricca. Siti abbandonati tra le sterpaglie, in cui abbondavano reperti di ogni genere: bolli laterizi, antiche lucerne, pregiati marmi con iscrizioni, capitelli, spezzoni di colonne, lastre funerarie, mosaici, monete antiche e statuette d’epoca romana. I numerosi reperti trovati nel corso di quelle spedizioni archeologiche domenicali venivano catalogati, descritti e in seguito consegnati alle autorità competenti.
A questi suoi ragazzi, padre Jean Coste (che in molti chiamavano affettuosamente padre Giovanni) spiegava quindi l’importanza di quei ritrovamenti; insegnava loro a datare un manufatto risalendo all’epoca dell’Imperatore il cui nome si trovava sui Bolli laterizi che rinvenivano in quel determinato sito, e a riconoscere il tipo di manufatto e le tecniche di costruzione; traduceva per loro le antiche iscrizioni che spesso trovavano abbandonate nei cortili delle case. E mai si stancava di soddisfare le curiosità dei suoi “allievi”, rispondendo sempre esaustivamente alle loro innumerevoli domande.
Giovanissimi pionieri, che guidati sapientemente da padre Jean Coste, effettuarono scoperte archeologiche di rilievo, come ad esempio il ritrovamento dell’interessante cippo arcaico con l’iscrizione di un “divieto”, risalente alla fine del II secolo a.C.; oppure, l’iscrizione sepolcrale appartenente al mausoleo di Publio Valerio Prisco del II secolo d.C., trovati entrambi nella tenuta Due Torri, in località Giardinetti, e illustrati dal professor Attilio Degrassi negli Atti dell’Accademia dei Lincei.
Ritrovamenti che negli anni, oltre a far scoprire ai giovani nati in quelle periferie le origini della propria “terra natia”, portarono alla pubblicazione di interessanti Studi molto apprezzati in ambito Accademico, come “Le antichità dei dintorni di Torre Gaia”, del 1966, un opuscolo allora soltanto ciclostilato per mancanza di fondi. Ma anche importanti articoli scritti da Jean Coste, “I Casali della Campagna di Roma all’inizio del Seicento”; “Ricerca dei bolli laterizi in una zona dell’Agro romano: Torre Angela”; “Il luogo di ritrovamento del Mosaico con gladiatori a Villa Borghese”; “Iscrizioni di monumenti sepolcrali sulla via Casilina”, pubblicati in prestigiose Riviste di settore.
Una notevole raccolta di documenti che portò alla realizzazione di un archivio personale ricco di carte topografiche, fotografie, schede di siti archeologici (fino ad allora sconosciuti), diapositive, ma anche una raccolta imponente di testi rari – a volte introvabili persino nelle biblioteche più famose – che egli aveva acquistato a proprie spese nel corso degli anni. Prezioso materiale che padre Jean Coste, per amore della cultura e della conoscenza, metteva generosamente a disposizione di chiunque ne avesse necessità per motivi di studio: ricercatori, storici, studenti o semplicemente appassionati di storia locale.
L’intitolazione di un Premio a padre Jean Coste è quindi un riconoscimento al suo straordinario lavoro di Ricerca e alla memoria di un grande Maestro; sacerdote umile e carismatico, che, oltre all’amore per la storia e l’archeologia, sapeva trasfondere nei suoi “allievi” rispetto verso gli altri e grande onestà intellettuale.
Rita Pomponio