Tra le zone in espansione della città di Roma, una delle maggiori città d’Europa per estensione, quella compresa nel Municipio VIII è tra le più dinamiche e per certi versi critiche. Infatti la sua crescita insieme a quella dell’attiguo X Municipio, oltre ad occupare parti significative della Campagna romana, tende a cancellare la separazione tra Roma e i Castelli con il rischio di annullare differenze antropologiche e culturali di quest’ultimi.
D’altronde la globalizzazione, anche in termini di migrazioni da altre parti d’Italia e dall’estero, è un fenomeno inarrestabile, data l’attrattività di Roma e la tendenza di questa città ad accogliere, a naturalizzare, e non da oggi, gente di ogni provenienza e di ogni colore. Basta ricordare quanti Imperatori e quanti Pontefici non romani hanno governato e guidato Roma trasformandosi in romani autentici: non ultimo l’indimenticabile Papa Giovanni Paolo II che tanto ha significato anche per il nostro piccolo angolo di mondo, il Municipio VIII.
Ma a fronte di tale impetuosa trasformazione è necessario conservare gelosamente la memoria di ciò che è stato questo territorio per preservare quelle testimonianze materiali e immateriali che esso ci tramanda e che dobbiamo insegnare ad amare anche a chi, venuto da molto lontano, vuole divenire parte attiva del nostro tessuto sociale.
Per questo sono lieto di presentare il nuovo lavoro di Rita Pomponio che si qualifica oggi come una delle più attente e appassionate studiose del territorio.
Come riporta questo libro, il Municipio VIII è probabilmente il più ricco di torri, da cui il nome attribuito al municipio stesso: Torre Maura, Torre Angela, Torre Spaccata, Tor San Giovanni, Due Torri, Tor Bella Monaca, Tor Vergata… Da quest’ultima ha preso il nome quella che era nata come Seconda Università di Roma: oggi la nostra Università ha contribuito a rendere noto in tutto il mondo il toponimo Tor Vergata grazie agli innumerevoli rapporti di collaborazione scientifica stabiliti nei suoi venticinque anni di attività, che si celebrano proprio ora, ma soprattutto alla memorabile Giornata Mondiale della Gioventù che ha radunato due milioni di giovani all’ombra della grande Croce che dal 2000 è divenuta un altro punto di riferimento essenziale nel panorama del Municipio.
Prof. Alessandro Finazzi Agrò