L’immensa periferia a oriente di Roma solo agli sprovveduti può apparire una sequenza di anonimi quartieri e borgate, perché essi non sanno riconoscere le innumerevoli testimonianze che vi si sono sovrapposte nel corso dei secoli e che, nascoste dalla nuova edilizia, non sono state valorizzate. Al contrario di quel che sembra, è possibile cogliere assai di frequente, inaspettatamente, l’immagine di un monumento o di un paesaggio antico, medioevale o dei secoli scorsi: la regione, fin dalle stesse origini di Roma e nel corso dei millenni fino ai nostri giorni, ha costituito e costituisce uno dei settori più determinanti, per contenuti e valori mitici, storici, monumentali, ambientali della stessa città.
Oggi, attraverso queste pagine, sono i quartieri e le borgate che raccontano gli eventi che li hanno marcati attraverso il tempo e Rita Pomponio se ne è fatta interprete: spinta lei stessa dal bisogno di raccontare la storia di una regione che conosce in ogni piega e di fare partecipe di questo vasto patrimonio culturale chi vi abita, e non solo chi vi abita.
Uno degli aspetti positivi del lavoro è la cura con cui l’autrice riordina e descrive quanto riesce a estrapolare dalla documentazione lasciata dagli studiosi che si sono occupati di questi luoghi in passato; si è colpiti inoltre dall’attenzione con cui vengono illustrati i singoli monumenti, con schede ben costruite e soprattutto chiare: balzano agli occhi strade e acquedotti famosissimi o meno noti ma spesso non meno nobili; riprendono vita i ponti, i ruderi dimenticati delle ville antiche e dei sepolcri, le torri, le tenute, i casali; riacquistano dimensione storica gli antichi fossi e i pantani, dignità i toponimi che a volte gli assembramenti edilizi ripetono senza apparente coscienza.
E’ un amore, quello dell’Autrice, nata e cresciuta a Torrenova, che potremmo definire di orgoglio municipale, se questo territorio facesse parte di un comune autonomo; ma questa regione è ben di più, è parte sostanziale delle vicende storiche della grande, straordinaria città di Roma, della cui vita ha da sempre partecipato.
Questo libro si presenta quasi come un attestato di riconoscenza all’opera di un vero pioniere negli studi della contrada, al quale il lavoro è dedicato: Padre Jean Coste che, negli anni Sessanta, aveva dato vita a una fervida attività culturale in questa periferia allora da tutti dimenticata, muovendo l’interesse dei giovani che vi abitavano, con ricerche e pubblicazioni, tra le quali mi piace ricordare <<Le antichità dei dintorni di Torre Gaia>>, solo ciclostilato per mancanza di fondi nel 1966, ma divenuto subito fondamentale tra gli studiosi del territorio romano.
Anche questo lavoro si presenta di grande novità soprattutto per la crescita culturale delle persone che abitano questi quartieri, sempre più popolosi e immensi. Conoscendo, con la pubblicazione, quello che non sapeva, la gente potrà sentirsi orgogliosa di abitarvi e potrà chiedersi “che fare” per uscire da questo abbandono e valorizzare per sé tanta ricchezza: perché, queste periferie non sono meno ricche di storia e meno monumentali di quel Centro storico, al quale troppo spesso solo si pensa. E’ un augurio che l’Autrice rivolge a Torrenova nel titolo stesso del suo lavoro, quando vi aggiunge il desiderata Felix.
Lorenzo Quilici
(Professore di Topografia dell’Italia antica, Dipartimento di archeologia Università di Bologna.
Responsabile scientifico nell’ambito del CNR per i programmi finalizzati ai Beni culturali)
25 marzo 2000